Golosaria a Milano, tutte le anteprime: dai cereali senza glutine al cioccolato «esperienziale»

Golosaria a Milano, tutte le anteprime: dai cereali senza glutine al cioccolato «esperienziale»



Non solo degustazioni: il cibo diventa (anche) scienza. Parola d'ordine: distinguere il buono dal finto buono. Ecco cosa si prepara per la kermesse al via sabato

Forse scegliere «Distinzione» come parola chiave di Golosaria 22 è un’esortazione: distinguere il buono dal finto buono. In fondo il compito dei due fondatori della kermesse, Paolo Massobrio e Marco Gatti, in questi 17 anni è stato aiutarci a distinguere i buoni allevatori, osti, viticoltori, produttori. 

Dopo il dibattito in apertura con Paolo Zegna, Massimo Spigaroli, Massimo Gianolli e Paolo Patrone, merita ascolto il professor Lorenzo Morelli, direttore del dipartimento Scienze e tecnologie alimentari dell’Università Cattolica sede di Piacenza; parlerà dell’avocado al Sud, che sta sostituendo gli agrumi, e del sorgo: era coltivato come alimento animale, ora potrebbe essere usato per gli umani.

 Per tre giorni (dal 5 novembre, negli spazi Allianz MiCo) si apriranno le porte dell’area food con 200 produttori e l’area wine con 100 cantine. Numerosi gli incontri con il pubblico, compresi la premiazione dei cento vini migliori d’Italia e quella delle botteghe storiche e dei ristoratori che si sono distinti sulla guida «Il Golosario» (l’edizione 2023 verrà presentata domenica). 

Si brinda Garda Doc poi si degusta. Per esempio il prosciutto di piccione Le Follie di Carlo Giusti o le bresaole di BrisVal, nuova realtà di Valtellina con le migliori carni del mondo, fra cui wagyu giapponese. O il «cioccolato esperienziale» con le praline componibili di Shockino. 

Interessanti i prodotti innovativi della langarola Umami, tra cui l’aceto ottenuto dalla fermentazione del pomodoro o l’aglio nero in perle, come il caviale. Poi il Prosciutto di Carpegna o il culatello di Spigaroli, che si nutrono all’aria di montagna e del Po. O prodotti arcaici quali la norcina calabrese, magari accompagnata dal pane Schiavonesco Molisano. 

E un assaggio di torta lombarda Sabbiosa della Pasticceria Manidi, il biscotto del Lagaccio della Pasticceria Grondona, la cotognata di Andrini dalle terre dei Gonzaga o il supremo Montebore del caseificio Terre del Giarolo. Le uova che raccontano storie di turismo agricolo non sono più utopia: dalla Val Seriana (Le Selvagge di Marco Rossi) a quelle di galline nutrite con grani pugliesi di Tuorlo Biancofiore. Poi ancora panettoni premiati, il Panfrutto della pasticceria Ciolini e il Friuli goloso con La Gubana della Nonna, Dorbolò Gubane e Panificio Chialina, i cocktail d’autore e spirits (nella nuova Area Mixo, con la regia di Jacopo Castronovo, Paolo Bollani e Ginevra Castagnoli) e i vini blasonati. Senza dimenticare la cucina di strada nell’area esterna. 

Quasi infinite le possibilità di assaggio di prodotti italiani: accompagnati dalla spiegazione di chi li crea, dagli occhi eccitati di chi li racconta, acquistano nuovo valore. Incontri in punta di forchetta e con i bicchieri alzati, che aiutano i milanesi — 20 mila in media i visitatori di Golosaria — a conoscere il nostro patrimonio gastronomico (il settore agroalimentare vale ben 204,5 miliardi di euro). Chissà che possano costituire tanti mattoni per raggiungere la sovranità alimentare che ci meritiamo.

Dove e quando

Golosaria si svolge dal 5 al 7 novembre negli spazi di Allianz MiCo, ingresso viale Eginardo ang. Colleoni Orario: sabato 1-22; domenica 10-20; lunedì 10-17. Biglietti da 10 euro, info su www.golosaria.it 

I numeri: 200 espositori area food; 100 cantine in presenza, 1.000 etichette in mescita; oltre 50 tra talk e show cooking; 20 mila i visitatori delle precedenti edizioni

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